Intelligenza Artificiale: tra professioni a rischio e la raccolta illecita di dati personali

Intelligenza Artificiale: tra professioni a rischio e la raccolta illecita di dati personali

Ormai è risaputo che l’Intelligenza Artificiale (AI) rappresenta un potenziale molto promettente per migliorare il nostro lavoro e renderlo più semplice in diversi settori, dal marketing all’industria, passando anche per la medicina e la cultura.

Il timore diffuso che molte professioni scompariranno con l’avanzare delle tecnologie è una prospettiva incompleta. Quelle in cui la funzione dell’uomo è di rappresentare semplicemente una interfaccia tra due agenti saranno sostituite dalle macchine, come avviene da anni con le casse automatiche nei supermercati, parcheggi, caselli, ecc, dove il cassiere svolgeva il semplice ruolo di connettore tra denaro e oggetto di acquisto.

Oggi invece il cliente può scansionare da solo un prodotto o evitarlo del tutto nei nuovi negozi Amazon GO dove basta utilizzare l’app omonima per entrare nel negozio, prendere i prodotti che si desiderano e semplicemente uscire. La spesa senza pagare è resa possibile dalle stesse tecnologie impiegate nelle vetture a guida autonoma: visione computerizzata, fusione sensoriale e deep learning. Tale tecnologia, definita Just Walk Out, rileva automaticamente il momento in cui i prodotti vengono prelevati o rimessi sugli scaffali e ne tiene traccia mediante un carrello virtuale.

 

Solo la figura del cassiere in queste circostanze sparisce, mentre maggiore importanza viene data alle persone che preparano i prodotti cucinati, confezionano le merci, allestiscono gli scaffali e soprattutto sono disponibili ad elargire consigli ai clienti su qualità e caratteristiche degli articoli. In parole povere è l’Esperienza Cliente che viene valorizzata durante tutta la sua permanenza in negozio, senza fargli perdere tempo nelle file in cassa oppure a cercare contanti e carte dentro al portafogli ma neanche per riaccendere il display dello smartphone e pagare con un’app.

Anche secondo David Holz, CEO di Midjourney, una delle AI di generazione automatica di immagini più diffusa negli ultimi mesi, i designer non potranno mai essere sostituiti. Per lui l’AI è un modo per aumentare le nostre capacità creative, non per sostituirci: “È come quando l’uomo inventò l’automobile. Solo perché le auto possono andare più veloci degli umani, non significa che esse ci taglino le gambe. Le auto hanno permesso di andare in un posto più velocemente. In pratica si tratta di aumentare la nostra velocità.”.

 

Tuttavia, la recente decisione del Garante per la protezione dei dati personali di avviare un’istruttoria verso il servizio ChatGPT, a causa della violazione del GDPR, ha fatto emergere la preoccupazione su come le AI rispettino le norme sulla privacy dei dati personali. Nell’attesa delle indagini, OpenAI (la società statunitense che ha sviluppato e gestisce la piattaforma) ha auto-sospeso il servizio in Italia per evitare sanzioni e dopo un primo incontro di chiarimento con l’Autorità italiana, la società si è resa disponibile a preparare un documento con impegni pratici per la tutela dei dati, al fine di rispettare la disciplina privacy europea e giungere a una soluzione condivisa.

Nel caso specifico il Garante rileva la mancanza di un’informativa privacy agli utenti, l’assenza di una base giuridica che giustifica la raccolta di dati personali allo scopo di “addestrare” gli algoritmi della AI e la mancanza di un filtro sull’età per verificare che gli utilizzatori siano veramente maggiori di 13 anni (età minima per l’utilizzo secondo i termini pubblicati da OpenAI).

 

È dunque importante che le imprese e i professionisti di ogni settore adottino adeguate pratiche per garantire la tutela della privacy dei dati personali e sfruttino l’AI in modo responsabile e trasparente. Continue violazioni del GDPR da parte di società americane come ChatGPT potrebbero indebolire la fiducia degli utenti e renderci riluttanti all’adozione di nuove tecnologie. Cosa che remerebbe contro tutti noi e contro il progresso stesso.

Lavorando insieme, imprese e regolatori potrebbero garantire il miglior uso di AI nella nostra vita quotidiana, offrendo soluzioni intelligenti per ottimizzare il nostro lavoro e la qualità della vita, senza rinunciare alla tutela dei nostri dati personali.

 

 

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